APPROFONDIMENTO 1

Roaming, access point e dispositivi

L’importanza dei parametri di Roaming, non solo sugli Access Point ma anche sui dispositivi che si connettono: come fare e in quali situazioni

WIFI E DISPOSITIVI CONNESSI

Il numero di dispositivi che supportano il WiFi è ad oggi molto elevato. Prima di approfondire l’argomento Roaming è opportuno dividere i dispositivi, in funzione dell’utilizzo, in due macro categorie:

  • dispositivi “fissi”, che vengono utilizzati stando fermi (computer desktop, portatili mobili, videocamere, citofoni, rilevatori parametri ambientali, termostati, rilevatori di presenza, etc);;
  • dispositivi “mobili” (smartphone, tablet, lettori di codici a barre, telefoni VoIP, etc.).

La differenza principale è che, all’interno di una rete wireless, i “fissi” restano collegati principalmente allo stesso access point, mentre i “mobili” sono connessi a diversi access point mentre si spostano all’interno della stessa rete WiFI.

COS’È IL ROAMING?

Il roaming WiFi è il processo di cambio access point, per il raggiungimento del miglior segnale, mantenendo lo stesso SSID (nome rete wireless) e quindi gli stessi parametri di autenticazione e protezione.

Questo processo può essere gestito passivamente dai dispositivi, in base ai parametri/algoritmi proprietari del produttore, oppure agendo sui parametri del controller degli access point della rete wireless.

COME FUNZIONA IL ROAMING

Gli standard WiFi stabiliscono che il Roaming è deciso dal dispositivo senza specificare quando e come il passaggio da AP a AP avviene. Il dispositivo è responsabile della necessità di “fare roaming” e quindi di rilevare, valutare e passare ad un altro access point.
Queste sono le 3 fasi del processo:

  1. Scansione: quando il segnale peggiora man mano che ci si allontana dall’accesso point, il dispositivo client spedisce dei pacchetti esplorativi per identificare i possibili AP alternativi. Quindi in base alle specifiche del dispositivo viene scelto il prossimo access point al quale collegarsi.
  2. Autenticazione: Il dispositivo client manda all’access point selezionato la richiesta di autenticazione e aspetta una risposta positiva o negativa.
  3. Ri-associazione: quando l’access Point accetta la richiesta, il dispositivo client manda la richiesta di associazione. Quando l’associazione è completa il nuovo access point spedisce il pacchetto di disassociazione al vecchio access point. Il vecchio access point si scollega e aggiorna le tabelle di routing.

ROAMING GESTIONE CENTRALIZZATA

In una infrastruttura con gestione centralizzata degli AP il roaming viene sempre gestito dagli AP, in modo tale che possa essere applicato il fast roaming, che pre-autentica il dispositivo sull’access point considerato candidato alla sua nuova connessione. Il fast roaming consente di azzerare i tempi di interruzione della connettività fino a pochi millisecondi, per i dispositivi più avanzati: praticamente non c’è percezione dell’interruzione. Questo è possibile perché il roaming non è lasciato in gestione al dispositivo mobile, ma viene indotto dall’algoritmo che governa e gestisce i dispositivi collegati ad una infrastruttura wifi gestita centralmente, riducendo i tempi e scegliendo l’access point migliore ai cui collegarsi.

ROAMING APPARATI STAND ALONE

In questa infrastruttura ogni dispositivo solitamente resta collegato all’AP fino al raggiungimento del segnale insufficiente (tra l’altro ogni produttore utilizza un proprio algoritmo proprietario per valutare le condizioni di roaming) e poi si scollega da quest’ultimo per cercarne uno migliore e riautenticarsi. Questa operazione causa anche alcuni secondi di disservizio ed è la situazione tipica di quando si utilizzano Access Point stand alone progettati per installazioni casalinghe, con la configurazione clonata.

L’utilizzo di una soluzione centralizzata non è sufficiente a garantire le prestazioni migliori: è necessario infatti fare una analisi delle applicazioni utilizzate dai dispositivi, perché in tutte le soluzioni professionali è possibile modificare il parametro di sensibilità che innesca la procedura di roaming.

Se la priorità è il VoIP si imposterà la sensibilità ad un livello che tenga collegati i telefoni il più possibile, con il minor numero di cambio access point, senza che la soglia possa aumentare il valore del jittering.

Se la priorità sono dei lettori di codici a barre legacy che devono trasmettere pochi byte, e che sono lenti nel riautenticarsi per limiti tecnologici, è possibile abbassare la soglia di roaming per mantenerli connessi il più possibile; in questo modo la trasmissione di pochi byte non sarà influenzata dalla bassa velocità ottenuta.

Se la priorità è l’utilizzo su un file server o la trasmissione di contenuto multimediale, verrà data priorità alla qualità del segnale per avere connessioni alla massima velocità ed avere il minor impegno dell’“air time”.

Anche in casi di alta densità di dispositivi si utilizzerà una soglia elevata, in modo tale che tutti siano connessi alla massima velocità e che l’air time sia il minore possibile.

Se nello stesso spazio fisico devono convivere dispositivi con diverse priorità è possibile separare le funzioni con l’espediente del multi-SSID, per impostare valori differenti di roaming su ogni singolo SSID (verificando che il produttore degli AP consenta di la gestione di differenti soglie di roaming su ogni SSID). 

Eseguire preventivamente un Site Survey consente di verificare e simulare:

  • densità di dispositivi connessi per singolo access point
  • banda utilizzata per singolo access point
  • valori di soglia del segnale

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